Domani il convegno sulla corsa in montagna
Fatica e fascino, indubbiamente: a chiunque, sportivo o meno, chiediate cosa pensa della corsa in montagna, vi risponderà in termini vicini al binomio citato. Fatica e fascino: una disciplina che costa sudore e allenamento, che ti porta nel cuore della natura, spesso di quella ancora incontaminata, e ti ci porta con i mezzi che solo tu, senza alcun supporto tecnico, puoi avere, vale a dire il tuo cuore, le tue gambe.
Disciplina che ancora non ha trovato collocazione olimpica-un caso eclatante-sulla quale vale la pena riflettere, sia sul piano propriamente tecnico, che su quello più spirituale, verrebbe da dire quasi filosofico. Vi forniamo un’occasione per farlo: il convegno di domani, ore 17.00 sala circoscrizionale di Povo.
Chiunque abbia mai corsa una salita tirandola, anche solo in corsa media, conosce l’emozione di giungere in vetta. E’ impareggiabile. Direttamente proporzionale alla fatica che ti bruciava le gambe sui tratti più erti. Certamente diversa da quella di chi taglia il traguardo di un 3000m, o di un 10.000 o un 800 sul tartan: non quanto a intensità dello sforzo, quanto a cornice: alla gratificazione dell’atleta viene ad aggiungersi, quasi in piena consonanza, la festa della natura che ti circonda. E questo capita persino quando diluvia, o corri nel gelo e nel vento, raggiungendo altitudini difficili da sopportare. Ti senti acqua e terra, fuoco e aria, un tutt’uno.
Molti atleti scelgono questa strada, quella della corsa in montagna. Alcuni si scoprono camosci fin dal principio, altri dopo lunga militanza su tartan o asfalto. Ma tutti scoprono un altro aspetto della corsa in montagna: la cordialità e l’affabilità che regolano i rapporti tra “gli amici” della corsa in montagna, siano essi atleti, tecnici, fotografi, giornalisti o spettatori. Il campione è più umile dell’amatore, si condivide la medesima salita, la medesima vetta, le stesse ore liete postgara in attesa di premiazione.
E questo che attira molti alla corsa in montagna. Spesso con molti dubbi. Come allenarsi? Con quali obiettivi? Con quali prospettive?
Quali sono gli scenari futuri della corsa in montagna?
Domani ne discuteranno Raimondo Balicco (direttore tecnico della nazionale di corsa in montagna), Massimo Magnani (membro della commissione cross e corsa in montagna della IAAF), Giorgio Bianchi e Paolo Germanetto (rispettivamente, presidente e vicepresidente dell’Associazione Amici della Corsa in montagna). Queste le tematiche individuate: “C’è ancora un futuro per la corsa in montagna?” (Bianchi); “Quali prospettive future di crescita del movimento in ambito nazionale o internazionale?” (Balicco); “Una forte attività di promozione necessaria per un rilancio complessivo della specialità” (Germanetto); “Un progetto di innovazione per la corsa in montagna del futuro” (Magnani). Moderatore sarà Giovanni Viel, dal pubblico interverranno Antonio Molinari, don Franco Torresani, e molti altri protagonisti della disciplina. In allegato il programma del convegno. Un’occasione da non perdere. convegno-corsa-in-montagna-scenari-futuri1